giovedì 3 febbraio 2011

la bernese e altre ricette di zio Ganz

Il Prof. Reinhold Ganz non ha certo bisogno di visibilità e men che meno di una mia recensione. Basta inserire il suo nome in qualunque motore di ricerca per sapere come dagli anni '80 in poi rappresenti il massimo esperto mondiale in materia di patologia dell'anca. Convinto che la chirurgia conservativa (non sostitutiva, non protesica) dell'anca stesse avanzando a rilento nel suo sviluppo rispetto a quanto fosse possibile, ha dedicato tutte le sue energie allo studio del "perchè" avvenissero certe deformità scheletriche e non solo al "come" trattarle. Una volta compresi taluni meccanismi ha quindi sviluppato e perfezionato alcune tecniche chirurgiche per correggere le deformità dell'anca prima che queste portino definitivamente alla rovina dell'articolazione, cioè all'artrosi.  Le tecniche da lui inventate, prima tra tutte la PAO (osteotomia periacetabolare di bacino, nota anche come “bernese”), hanno di colpo reso vecchie ed inutili tecniche fino a pochissimi anni fa ancora in voga.


Ma a Ganz non difettano nè senso del dovere nè pragmatismo e sa bene che la differenza tra essere un eccellente chirurgo ed essere un grande chirurgo stà nel segno che si lascia. Che non si misura con la lista delle pubblicazioni o della partecipazione ai congressi, ma con l'esempio che si da e con l'insegnamento  che si imparte. In quest’ottica circa 5 anni fa in Italia si è costituito il G.I.C.C.A. (gruppo italiano chirurgia conservativa dell’anca) su iniziativa di alcuni chirurghi esperti, tra i quali il mio maestro Prof. Guido Grappiolo.  Lo scopo di questa associazione è quello di mettere in pratica gli insegnamenti di Ganz nella pratica clinica in termini di indicazione e selezione del paziente, e di fare esperienza nelle nuove tecniche chirurgiche conservative sotto la guida attenta di “ Herr Proféssor”. Perchè la voglia di condividere i risultati raggiunti e di insegnare agli altri, in lui vincono sempre la stanchezza di un lungo viaggio o di un impegnativo intervento. Ieri per esempio era nostro ospite in Humanitas per eseguire 3 interventi su nostri pazienti e nonostante le 12 ore filate di sala operatoria, nei cambi tra un paziente e l’altro, era volentieri sommerso di radiografie e risonanze per le quali chiedevamo consigli, suggerimenti, rassicurazioni. Con la sua consueta ironia ed una buona dose di pazienza rispondeva alle nostre domande riuscendo sempre a vedere in un’immagine radiografica qualcosa che ai più era sfuggito. 

Prendo spunto da questa splendida esperienza di ieri e dallo spirito di condivisione che l’ha resa possibile, per cominciare una rubrica mensile su questo blog dedicata ad un caso difficile (di patologia dell’anca o del ginocchio) ed a come è stato affrontato. Riporterò tutto come in un “case report”: clinica, radiografie pre e post operatorie, considerazioni tecniche e riabilitative. Comincerò tra pochi giorni, proprio con il caso della paziente per la quale ho avuto il piacere di aiutare il Prof. Ganz ieri: femmina, 32 anni, era affetta da displasia congenita dell’anca (bilaterale, grado Crowe 3) ed è stata sottoposta a lussazione chirurgica per osteotomia femorale varizzante dal versante femorale e a una PAO dal versante acetabolare. Ora ha un’anca di morfologia normale dal punto di vista della geometria articolare e ha buone probabilità di non avere in futuro necessità di essere protesizzata. E non è poco.  

domenica 30 gennaio 2011

A grande richiesta, vista la difficoltà a trovarlo direttamente sul sito ICH, il libretto informativo sulla artrosi del ginocchio ed il suo trattamento chirurgico


In queste pagine c'è la risposta a molte domande dei pazienti. Cos'è la gonartrosi, cos'è una protesi di ginocchio, come sarà il decorso post operatorio, cosa non si potrà o si potrà fare e quando, quando saranno i controlli radiografici e clinici a distanza.
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